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Sandro Cerino rivisita con la Verdi i bravi diell'artista argentino
«Piazzolla non è solo tango»
Va considerato un compositore contemporaneo con uno stile proprio

Astor Piazzolla come non l’avete mai sentito. Uno slogan abusato per catalizzare le attenzioni del pubblico, ma a cui Alessandro Cerino non ricorre per far spiccare il concerto di stasera con la Verdi al Castello Sforzesco tra i tanti dedicati al compositore argentino nel centenario dalla nascita. Cerino, noto jazzista e autore di colonne sonore (con incursioni nella classica) promette uno spettacolo, «Cera 100 volte Astor», in cui il pubblico avrà non poche sorprese. «Bisogna smetterla di limitare Piazzolla al tango, come fanno certi ballerini che per nobilitare il loro “tango delle capinere” appiccicano l’etichetta Piazzolla. Va considerato un compositore contemporaneo con melodie e armonie personali, che lo distinguono tanto dai Berio o dagli Sciarrino quanto dai Morricone. Va anche ricordato che aveva un modo tutto suo di suonare il bandoneon, di cui era un virtuoso, e che i seguaci del grande patriarca del tango, Gardel, bollavano Astor come un “assassino” del tango».
La ricerca dello spirito e del linguaggio originali ha paradossalmente reso ancor più libero Cerino nel rivisitare, riscrivere e «colorare» le note in programma stasera. «Ho reso la sua musica più cinematografica e vicina al jazz sinfonico – in “Libertango” ho aggiunto gli ottoni che danno un tocco epico, scrivendo ex novo un assolo di sax soprano; alcune volte ho cambiato il ritmo, altre le tonalità, altre ancora al contrario ho sfruttato i suoi giri armonici per scrivere nuove parti: ho aggiunto a “Solitu-de” due minuti iniziali per soli archi, le melodie sono mie e le armonie di Piazzolla». Stesso procedimento con «Astor fo-rever», «una mia composizione in cui presento al pubblico l’orchestra affidando gli assoli alle varie sezioni o a singoli strumenti». Non è né semplice né scontato per un’orchestra classica riuscire a interpretare lo spirito oltre che le note di un Piazzolla o del jazz sinfonico. «Vero, ma la Verdi è abituata a questo genere di esperienze: ha suonato concerti monografici su Queen, Abba, Beatles, eseguito colonne sonore live e in sincrono con la proiezione del film; con me ha fatto “C’era molte volte il Jazz”, “Houston abbiamo un… concerto” il 4 luglio 2019 per i cinquant’anni dallo sbarco sulla Luna». Nell’occasione c’era anche il soprano Daniela Panetta, che canterà anche stasera. «La sua Ave Maria sarà diversa dalla versione di Milva: meno Brecht, più lirica e delicata». Oggi ricorre un suo personale anniversario con la Verdi: «Esattamente due anni fa, il 29 agosto 2019, abbiamo registrato le mie musiche per il corto “Who is Jerry Adams”, premiate ai festival del cinema di Locarno e Los Angeles».
Non tanto per rientrare nell’ortodossia, ma per sottolineare l’ampiezza della prospettiva con cui guarda a Piazzolla, Cerino rimarca: «Comunque il tango non mancherà né mancheranno altre pagine popolari come “Oblivion” e “Los Paja-ros perdidos”: ci sarà tanta musica, e spero, anche tanto da divertirsi».